Riflessioni appassionate di un ex giocatore e dirigente sul tamburello

25 ottobre 2023 | 20:33
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Riflessioni appassionate di un ex giocatore e dirigente sul tamburello

Riceviamo e pubblichiamo

Nel 2019 ho scritto una lettera aperta alla federazione, vedendo che il Tamburello ormai da tempo stava andando un po’ troppo in declino, con lo scopo di dare un piccolo avvertimento e qualche suggerimento a chi gestisce la parte tecnica, augurandomi che venisse apportato un sostanziale ammodernamento, ma ad oggi vedo che non è cambiato nulla per cui ho deciso di replicarla aggiungendo. altre considerazioni.

Avevo 30 anni circa e vicino a casa mia c’è il muro del campo, ho comprato un tamburello, ho provato a giocare e mi sono appassionato in modo esagerato. Come me Mario Rolla ed Ercole Ferrante e insieme, tramite la Pro Loco, abbiamo costruito il campo a libero in regione Bettola di Montechiaro e abbiamo fatto una squadra.

Ma Regione Bettola è troppo distante dal centro di Montechiaro, scomodo da raggiungere a piedi , allora ho cercato un terreno nel concentrico del paese, ma non è stato facile, soprattutto perché nei paesi ci sono spesso persone che remano contro le iniziative, però ci sono anche persone positive e così è stato perché Luigi Forno mi ha venduto il terreno e abbiamo potuto costruire il campo a Montechiaro. Un altro appassionato, Quarello detto il caporal di Villa San Secondo è stato contagiato dalla nostra passione e ha voluto partecipare alla costruzione del campo a Villa San Secondo.

Contemporaneamente a Castell’Alfero uno dei più grandi allevatori italiani di bovini Sandro Vigna ha comprato un tamburello, ha iniziato a giocare e si è appassionato anche lui, abbiamo fatto partite, ci siamo sfidati ( se mi ricordo bene l’ho battuto) e allora anche lui ha costruito un campo da tamburello e non solo, ha anche predisposto un locale per il gioco della pelota per poter giocare anche in inverno. Poi si è inventato una squadra e ha vinto il campionato italiano di Serie A due volte.

A Murisengo il signor Pericle Lavazza, re del caffè fece una squadra e vinse il campionato Italiano due volte. In quegli anni la passione per questo sport dilagava e si espandeva a macchia d’olio in tutto il Monferrato: Cerrina Valle, Gabiano, Valle Giolitti Casale Tonco Castell’Alfero Asti Settime Camerano Chiusano Monale Cortanze Cunico Montiglio, Cortandone e in tutto l’Ovadese, chiedo scusa se ho dimenticato qualche campo.

In particolare a Montiglio dove il signor Rosmino, altro grande appassionato e creatore del complesso “Lago di Codana” oltre al ristorante albergo, sala da ballo, piscina, minigolf, minizoo, ha voluto anche un campo da tamburello modernissimo con tanto di tribuna rialzata e una enorme palestra per il Torneo di pelota.

A Cocconato Beppe Conrotto, figlio di un grande Campione di Tamburello ha costruito un campo nel cortile della sua villa dove organizzava le famosissime ‘Sfidine’ tra i migliori giocatori.

Già oltre 10 anni fa anche lui aveva capito che bisognava fare qualcosa per modernizzare il gioco e andare dietro l’evoluzione dei tempi, organizzò il torneo uno contro uno e poi una partita a quattro contro quattro con gli otto giocatori Italiani più forti del momento e fu una gara veramente emozionante, che fece ritornare quella emozione unica che si prova nel vedere il giocatore scaricare tutta la sua potenza e precisione nel colpire la pallina.

Lo Sport del tamburello, nei tempi descritti, generava passione perché dava un gioco spettacolare, un insieme di forza fisica e di grazia nel colpire la pallina, una velocità nel gioco che suscitava negli spettatori un’entusiasmo tale che purtroppo nel gioco moderno è difficile riscontrare.

Manca l’emozione e l’entusiasmo che caratterizzavano questo sport. Al giorno d’oggi, sembra più un gioco noioso che uno sport vero e proprio. Non è stato in grado di adattarsi ai tempi moderni. Sono scomparsi i ruoli ben definiti che permettevano un gioco dinamico e coinvolgente. Una volta, il battitore aveva un ruolo predominante e c’era un gran movimento in campo. Oggi, invece, sembra che ci sia meno spazio per esprimersi e che il gioco abbia perso di intensità.

Da tempo risulta evidente e segnalata da molti appassionati, questa esigenza di velocizzare e rendere più spettacolari le azioni di gioco. Sono state fatte diverse prove, anche da parte delle Commissioni tecniche Federali che si sono succedute negli anni, ma nulla è cambiato.

Occorre che dirigenti competenti prendano le decisioni di ammodernare veramente il gioco e non solo di inserire qualche regola che non porta alcun beneficio alla spettacolarità delle azioni in campo, vedi la linea dei terzini sui tre metri.

Sarebbe opportuno considerare una revisione delle regole del gioco. Ad esempio, potrebbe essere interessante giocare in squadre di quattro giocatori, favorendo così di colpire la palla in movimento anziché da fermo. Questo renderebbe il gioco più dinamico e avvincente, riavvicinandolo allo status di vero sport.

Inoltre, avendo più spazio sul campo si aprirebbero corridoi per il gioco d’attacco e tutto diventerebbe più veloce e spettacolare, attacco e difesa. Oggi tanti giocatori che hanno una buona tecnica, il cosiddetto “colpo”, non riescono a sfruttarla appieno a causa delle attuali regole del gioco. È un peccato che talenti potenziali vengano scoraggiati e che il tamburello stia perdendo terreno tra le nuove generazioni.

Questo potrebbe portare ad avere i Campioni tra i 18 anni e i 30 anni a dominare i Campionati come avviene negli altri sport e non quarantacinquenni che da noi solo grazie all’ esperienza continuano a dominare sui campi.

Altro esempio, quando c’era da eleggere a Presidente Federale Tommasi Damiano, un signore che si sacrificava per la passione che tutta la sua famiglia coltiva da anni, avrebbe potuto portare qualcosa di veramente innovativo, ma non è stato ascoltato.

Poi ho visto quella manifestazione a San Paolo d’Argon con circa 200 bambini e qui nei nostri paesi sono in tanti i bambini che giocano, dietro di loro ci sono i genitori e appassionati e allora la federazione ha il dovere di concentrarsi su questa occasione per rilanciare il nuovo tamburello.

Anche nel torneo a Muro devo dire qualcosa: quest’anno è stato migliorato nel fare le finali scegliendo i campi ‘neutri’ e i sorteggi, però per la finale deve scegliere il campo chi è arrivato primo nel torneo, perché altrimenti si rischia di favorire chi è arrivato secondo.

Inoltre con i punteggi del giocatore è successo più volte che le società preferiscono presentarsi senza i giocatori più quotati per non acquisire punti e questa è un’azione che va contro le più elementari regole sportive. In quella occasione se i leader non si presentano a giocare le ultime partite devono acquisire i punteggi normali, salvo qualche grave e vero evento certificato.

Poi anche qui proporrei di giocare in quattro le partite, quattro ore stufano e come nel campo libero bisogna ringiovanire le squadre. Altra cosa fondamentale è che la federazione incentivi molto di più e dia molto più supporto ai responsabili delle Società che credono in questi ragazzini e a coloro che li seguono, perché si impegnano spesso gratuitamente o addirittura tirando fuori i soldi di tasca propria grazie a quella passione di cui mi riferivo all’inizio della lettera, per evitare che siano sempre di meno.

Mi fermo qui, augurandomi che queste riflessioni possano generare veramente un cambio di marcia nella gestione da parte dei dirigenti federali, che si concentrino maggiormente per portare una modifica sostanziale per ricreare quel gioco spettacolare e veloce che suscitava passione vera come ho scritto all’ inizio di queste righe.

Bruno Bonanate