Nour Hassan, l’esperienza americana per il salto di qualità

24 ottobre 2012 | 10:31
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Nour Hassan, l’esperienza americana per il salto di qualità

Abbiamo avuto il piacere di fare quattro chiacchere con lui, persona estremamente educata e posata, e farci raccontare la sua esperienza sportiva.

Nour, come nasce la tua passione per il pugilato?

A me è sempre piaciuto seguirlo da spettarote il pugilato, perchè io ho sempre giocato a calcio è stato il mio primo sport sino all’anno scorso; infatti ho giocato tanti anni nella squadra di Praia. Poi tre anni fa per caso un mio amico, che aveva iniziato a praticare il pugilato nella prima palestra della Skull Boxe, mi ha invitato a provare. Era l’ottobre del 2009 e mi sono subito trovato bene e ho deciso di continuare a praticarlo, inizialmente continuando a giocare a calcio, ma quando il doppio impegno è diventato troppo gravoso non ho avuto dubbi nello scegliere la boxe.

Poi una continua crescita sino ad arrivare all’esplosione di quest’anno.

Si quest’anno ho ottenuto ottimi risultati a cominciare dalla vittoria in Coppa Piemonte nella categoria Pesi Leggeri , la conquista della cintura nel Trofeo Cento Torri ad Asti e la bella affermazione nella riunione di boxe in Sardegna, a Cagliari, dove ho battuto un pugile di assoluto valore.

Grandi risultati che ti hanno permesso di conquistare il “viaggio premio” della tua società negli Stati Uniti nella mitica palestra “Wildcard Boxing Gym”.

Sono stato molto felice quando mi hanno proposto questa opportunità nell’ottica di migliorare le tecnichie e di vedere la boxe sotto altri punti di vista, per fortuna sono riuscito a conciliare il viaggio con il lavoro e non mi sono fatto sfuggire l’occasione.

Raccontaci la tua esperienza americana.

E’ stata molto positiva, ha colto in pieno le nostre aspettative. Sono rimasto sorpreso dalla grande umiltà dei pugili professionisti nei nostri confronti (noi siamo dilettanti). Ho fatto sparring (pugni) con Alejandro Perez, un pugile professionista, ed è stata una gran bella esperienza, perchè lui stesso mi aiutava a capire come migliorare, di fatto mi ha allenato. Diverso è stato fare guanti con un agonista, che sarebbe dilettante da noi, in quel caso è stato molto più simile ad un incontro vero e proprio in quanto la differenza tra noi due era decisamente minore e prevaleva la voglia di primeggiare.

In conlusione Nour, cosa ti aspetti dal 2013?

L’obiettivo del prossimo anno è quello di continuare a migliorare cercando di mettere in pratica l’esperienza maturata in America, di imparare le loro tecniche in quanto, è inutile nasconderlo, sono decisamente all’avanguardia rispetto non solo all’Italia, ma a tutto l’Europa; se riuscissi a mettere a frutto questi insegnamenti potrei fare un ulteriore salto di qualità. A livello di competizioni non ho ancora un programma definito, l’unica certezza sarà il Trofeo Cento Torri dove dovrà rimettere in palio la cintura vinta lo scorso anno, anche se non so adesso non so ancora in quale categoria gareggerò, lo decideremo con gli allenatori più avanti.

A noi Nour non resta che ringraziarti e, oltre ai doverosi complimenti, farti un grosso in bocca al lupo per la tua carriera agonistica.

Luciano Baracco