Marta Parodi: ”La piscina comunale deve continuare ad esistere”

14 marzo 2014 | 18:42
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Marta Parodi: ”La piscina comunale deve continuare ad esistere”

L’assessore allo sport del Comune di Asti Marta Parodi ha spiegato brevemente cosa sia il PISU (Progetto integrato di sviluppo urbano), Bando della Regione Piemonte per ottenere dei Fondi Europei presentando un progetto per aree depresse della città, a cui la precedente amministrazione aveva aderito indicando nella zona ovest di Asti l’area di intervento. La Parodi ha voluto sottilineare come questa sia una delle poche occasioni di programmare spese straordinarie, considerati i vincoli del bilancio del comune.

I fondi complessivi ottenuti sono stati di 12,8 milioni ed inizialmente l’unico intervento previsto, sempre dalla precedente amministrazione, per gli impianti sportivi era quello per il rifacimento della pista di atletica. L’attuale amministrazione ha ritenuto opportuno “creare” dei risparmi su spese previste per altri interventi per poterli destinare anche ad altri impianti sportivi, sempre mantenendosi ai rigori vincoli geografici previsti dal dossier presentato alla Regione.

Grazie a questi risparmi si sono ottenuti dei fondi per poter sistemare non solo la pista, ma anche gli spogliatoi del campo di atletica e fare interventi necessari ed urgenti sia per il palazzetto di Via Gerbi e sia per l’impianto natatorio per cui si sono ottenuti seicentomila euro. L’assessore ha ribadito un concetto già espresso in occasione della riapertura a gennaio della piscina, cioè che la cifra a disposizione non bastava per fare tutti i lavori per cui si è dovuto fare delle scelte, dettate anche dalla tempistica di progettazione, realizzazione e rendicontazione richiesta dalla Regione, da far combaciare con la stagionalità dell’apertura dell’impianto.

Le esigenze primarie per l’impianto natatorio erano due: gli interventi strutturali e una riduzione dei costi (su tutti la bolletta dell’acqua che è di circa 120 mila euro all’anno), motivo per cui, affidandosi ovviamente ai tecnici del settore, si è deciso di intervenire con l’innalzamento del fondo, l’isolamento della vasca, rifacimento e l’isolamento della controsoffittatura, la nuova piastrellatura. Non ci sono invece soldi a sufficienza per cambiare la macchina di filtraggio. Si valuta che solo l’innalzamento del fondo possa portare ad un risparmio di acqua di circa 1/3 dell’attuale spesa.

Proprio il primo intervento, l’innalzamento del fondo, ha sollevato in questi giorni la polemica da parte dei quattro club astigiani di subacquea che sostengono, nonostante le nuove misure siano quelle richieste dalla Fipsas per le competizioni nazionali, che sarebbero molto limitati gli allenamenti e certe manovre; suggerendo di fare altre tipologie di interventi per risparmiare sul riscaldamento anzichè sull’acqua.

Marta Parodi ha ribadito agli interessati presenti alla conferenza stampa che tutte le parti sono state più volte interpellate, si sono fatti diversi incontri con Arturo Gherlone, presidente regionale Fipsas (anche lui presente), in cui si è discusso di questi interventi e proprio questi incontri hanno portato alla decisione di mantenere un fondo con dislivello (si parte da 1,40 metri e si arriva a 2,30) quando la cosa più logica (e proposta da tutti gli ingegneri consultati) era quella di alzare il fondo allo stello livello di 1,40 metri come del resto vengono fatte tutte le nuove piscine.

L’assessore ha poi ricordato che se non si riescono a ridurre le spese il rischio è quello che l’impianto chiuda e questo assolutamente non può succedere: “la piscina deve continuare ad esistere” sono state le sue parole, prima di ricordare come tra le 5000/6000 presenze settimanali in piscina (contro le circa 170 dei subacquei) si siano anche le categorie sociali che accedono all’impianto a costi “sociali”

La Parodi ha poi confermato la sua massima disponibilità a sedersi attorno un tavolo per trovare una soluzione, ridadendo la proposta già fatta proprio ai subacquei di aprire in anticipo di un mese la piscina esterna che ha una profondità di cinque metri.

Luciano Baracco