Stangata sull’Asti Calcio a 5: la giustizia (sportiva) è uguale per tutti?

27 maggio 2014 | 15:31
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Stangata sull’Asti Calcio a 5: la giustizia (sportiva) è uguale per tutti?

Partita che ha, ancora una volta, infranto i sogni tricolori dell’Asti Calcio a 5, eliminata per mano della Luparense dopo il 5 a 5, raggiunto in extremis dai veneti, che, sommato alla sconfitta dell’andata, ha segnato la fine della corsa scudetto degli orange. 

La gara del PalaSanQuirico ha avuto, nei giorni successivi, pesanti strascichi dal punto di vista della giustizia sportiva con una multa salata alla società astigiana di 7000,00 euro, la squalifica di oltre quattro anni (fino al 30/06/2018) al Vice Presidente Claudio Giovannone reo, come riporta il comunicato della divisione calcio a 5, di aver colpito l’arbitro al termine della partita e fino al 15 ottobre 2014 al dirigente Salvatore Toscano per condotta reticente verso gli arbitri (per leggere il comunicato della divisione con le motivazioni complete clicca qui). Inoltre sono stati inflitte due giornate di squalifica alla stella degli orange, Gabriel Lima, espulso per proteste proprio nei secondi finali della partita.

L’Asti calcio a 5 attraverso il suo sito internet ha già preannunciato di aver deposito il reclamo affidando la difesa all’Avv. Mario Stagliano di Roma che sarà coadiuvato dal collega astigiano (nonché dirigente) Lorenzo Lombardi per tutti gli aspetti giuridico-sportivi relativi alla società.

Senza entrare nel merito di quanto accaduto (o quanto riportato nei referti arbitrali, unico riferimento per il giudice sportivo), si tratta certamente di una brutta pagina di sport che ha coinvolto, a torto o a ragione lo capiremo dagli sviluppi futuri della vicenda, una società come l’Asti calcio a 5 che ha sempre fatto del fair play una propria bandiera, ma non solo a parole (come succede in tanti altri casi) bensì con i fatti, come dimostrano le varie iniziative benefiche (solo per citarne una tutti gli anni gli incassi della partite vengono dati in beneficenza), il complimentarsi sempre con gli avversari accettando le sconfitte (ad esempio come successe lo scorso anno con la Marca al termine della doppia semifinale), il comportamento sempre molto composto dei suoi giocatori, sia in campo che fuori.

Una società che, anche grazie ad un’ottima programmazione societaria, è partita dalla serie D e in cinque anni è arrivata alla Serie A, ha vinto una Coppa Italia, una Winter Cup, ha dominato le ultime due regular season, ha dato all’Italia campione d’Europa ben tre giocatori (tra cui il capitano azzurro Gabriel Lima), oltre ad aver ospitato proprio ad Asti due volte negli ultimi tre anni la squadra azzurra, ha dato tanti giocatori alle nazionali giovanili, grazie anche all’ottimo lavoro svolto proprio con il settore giovanile, dove si crescono prima di tutto degli uomini e poi dei bravi giocatori di futsal; una società solida economicamente che ha sempre mantenuto fede agli impegni presi anche perchè non ha mai fatto, come si suol dire, il passo più lungo della gamba.

Insomma senza voler passare troppo per partigiani, stiamo parlando di una società che, e questo è riconosciuto da tutti non solo dagli astigiani, rappresenta un modello e un punto di riferimento per tutto il movimento nazionale (oltre ovviamente a quello locale) del calcio a 5, disciplina in continua crescita che però deve fare alcune riflessioni, ad iniziare proprio da chi è a capo di questo movimento, vale a dire la Divisione Calcio a Cinque della Federazione Nazionale Gioco Calcio-Lega Nazionale Dilettanti, per questo andiamo ad esporre di seguito.

Infatti se da un lato il movimento è in crescita sia come praticanti e come seguito, anche televisivo, dall’altro l’ultima stagione è stata particolarmente difficile per via del momento economico delicato che ha costretto diverse società a fare dei passi indietro al punto che la Serie A è passata dalla 14 squadre della stagione precedente (2012/13) alle sole dieci di quest’anno (2013/14).

Un campionato purtroppo che ha visto la sua regolarità minata dalla decisione della Marca, la squadra campione d’Italia in carica, di disputare il girone di ritorno con i giovani, lasciando liberi, per problemi economici, tutti i giocatori della prima squadra che si sono in buona parta accasati dai vicini dell’Alter Ego Luparense, squadra che aveva già una rosa di primissimo livello. Da quel momento si sono avuti dei risultati veramente senza alcun senso per un campionato di Serie A (citiamo solo ad esempio Lazio-Marca 30-1).

Un altro fatto, successo verso la fine della regular season, ha nuovamente messo in discussione la regolarità del campionato ed ha visto proprio l’Asti calcio a 5 coinvolta: nella penultima giornata con tutte le partite in programma nello stesso giorno e alla stessa ora (proprio per garantire la regolarità) a Martina Franca il pullman degli orange viene preso d’assalto dai tifosi (o presunti tali) della squadra locale (Lc Solito Martina), avversaria di turno dell’Asti, con i giocatori orange  “sequestrati” da questo gruppo di facinorosi che intimava loro di perdere per consentire alla propria squadra di qualificarsi ai play off.

Dopo l’intervento delle forze dell’ordine la partita si gioca regolarmente (per la cronaca finisce in pareggio risultato che qualifica il Martina ai play off), ma inizia con ben 40 minuti di ritardo (alla faccia della contemporaneità); il fatto porta alla presentazione di vari reclami sia da parte dell’Asti calcio a 5 che da altre società interessate alla lotta play off, tutti puntualmente respinti con la beffa di dover pagare la tassa di reclamo.

Ci siamo limitati a raccontare quanto accaduto in questa stagione di futsal, senza entrare mai nel merito delle decisioni prese, che si avvia alla conclusione, lasciando a chi legge di trarre le proprie conclusioni; a noi preme sottilineare che con questo articolo non si vuole denunciare un accanimento contro l’Asti calcio a 5, meno che mai chiedere un trattamento di favore, semplicemente vorremmo una risposta alla domanda che da qualche giorno ci rimbalza nella testa (e probabilmente non solo a noi): ma la giustizia (sportiva) è uguale per tutti?

In attesa di conoscere, se mai sarà possibile, la risposta alla nostra domanda, lanciamo un appello a tutta la città, ai tifosi orange e non solo: facciamo sentire il nostro affetto e la nostra vicinanza alla società Asti calcio a 5, alla sua dirigenza e ai suoi calciatori (nella foto fonte www.asti-garage.it la “famiglia orange al completo”), che mai come in questo momento ne hanno bisogno, nella speranza che continuino il percorso iniziato quasi dieci anni fa e che ci facciamo sognare ancora nei prossimi anni.

Luciano Baracco