SportAsti Amarcord: la Serie C1 come apice del calcio astigiano

20 luglio 2014 | 09:16
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SportAsti Amarcord: la Serie C1 come apice del calcio astigiano

Molti non sanno però, probabilmente per questioni anagrafiche, che una squadra astigiana ha militato per una stagione in serie C1 e per altre cinque in serie C2.

E’ necessario partire dal campionato 1979/’80 quando Quarta Serie (serie D) giocavano nuovamente due formazioni: la Torretta e l’Asti. La prima, allenata da Bruno Nattino, ottenne la promozione in C2 con tre turni di anticipo. L’altra, guidata da Giovanni Sacco, si piazzò ad un onorevole quarto posto.

Nell’estate tra le due stagioni le due realtà astigiane si unirono, dando via all’Asti Torretta Santa Caterina, presieduta da Giuseppe Nosenzo. La squadra di vertice vide alternarsi in panchina tre allenatori: si sedette prima Bruno Nattino, subentrò al suo posto Angelo Domenghini, poi sostituito da Raffaele Cuscela. Il risultato di una stagione da dimenticare fu la retrocessione con il ritorno in Quarta Serie.

Nella stagione 1981/’82 una formazione rinnovata ottenne una nuova promozione alla serie C2, mantenuta il campionato successivo con l’allenatore Mialich, sostituito poi da Marcello Neri.

Per il campionato 1983/’84 la dirigenza si mosse con attenzione, individuando importanti giocatori, buona parte dei quali provenienti dal Prato. La forza della squadra si materializzò con il salto in serie C1.

Questo il gruppo che ottenne quella storica promozione (nella foto la formazione schierata per una delle gare di campionato): Riccarand e Bocchino in porta, Spollon, Prevedini, Tretter, Franchini e Piazza in difesa, Allegrini, Bellacomo, Cappelletti, Cassano, Frara, Morcia, Pillon, Spigoni e Zorzetto in centrocampo con Grossi, Venturini e Marchese in attacco. Ad allenarli fu Ezio Volpi che fece giocare anche i giovani Rossanino, Crispoltoni e Morcia.

La prima stagione nella terza serie nazionale (1984/’85) non sorrise però alla squadra astigiana. L’Asti T.S.C., dopo una serie di vicissitudini anche a livello tecnico e dirigenziale, retrocesse di nuovo in serie C2. Una seconda stagione di passione in C2 precedette però il declino della squadra e dell’intera società.

Per dovere di cronaca, si segnala che l’Astimacobi aveva già militato nel campionato di serie C, quando ancora non era suddivisa tra C1 e C2 nella stagione 1968/’69.

Alessandro Sacco