Luca Garri a dieci anni dall’argento di Atene: ”Dietro quella medaglia ci sono tanti ricordi”.

22 agosto 2014 | 13:49
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Luca Garri a dieci anni dall’argento di Atene: ”Dietro quella medaglia ci sono tanti ricordi”.

In campo con la maglia azzurra numero 15 c’era l’astigiano Luca Garri che, dopo la sconfitta di 84-69, era poi rientrato in Italia con la medaglia d’argento.

Ancora oggi, a dieci anni di distanza, un atleta di Asti non è mai arrivato così in alto a livello olimpico. Non ce l’aveva fatta nemmeno il bisnonno di Luca, quel Giuseppe “Pin” Garri che nel 1924 aveva partecipato alle Olimpiadi di Parigi nella disciplina dimostrativa delle bocce, indicando una certa predisposizione olimpica già scritta nel Dna della famiglia Garri.

A dieci anni di distanza è ancora vivo il ricordo di quello strepitoso torneo in cui il giovane Luca Garri, vera e propria rivelazione, aveva messo a segno 36 punti nei 98 minuti giocati, in 7 degli 8 incontri disputati dal team italiano. Di Luca si ricordano anche le brillanti apparizioni televisive nelle trasmissioni Rai di fine giornata in cui era stato chiamato a rappresentare la squadra.

A livello sportivo quelle Olimpiadi rappresentano i più bei momenti che ho vissuto – racconta Luca, raggiunto nella sua attuale residenza biellese, prima dell’imminente partenza per la Sicilia dove giocherà la prossima stagione -. Era stata un’estate dura e impegnativa, ma ne era valsa la pena. Nessuno avrebbe potuto immaginare che sarebbe andata così. Avevo 22 anni ed ero un ragazzino: il compagno di squadra più grande di me aveva 27 anni. Non pensavo nemmeno di essere convocato tra i 12 e per me era già tanto essere tra i 16 scelti per la preparazione. Pian piano venivano scartati alcuni giocatori, fino a quando siamo rimasti in ballo io e De Pol. Alla fine, inaspettatamente, coach Charly Recalcati ha portato me ad Atene”.

La carriera di Luca Garri si è finora svolta lontano da Asti, città in cui è “nato” cestisticamente nel vivaio dell’allora Cierre Basket, con cui ha giocato dal 1992 al 1997. Si è poi trasferito al settore giovanile di Livorno, per approdare alla Nazionale Juniores e vincere il titolo italiano Juniores con la Zucchetti Montecatini e la Bini Viaggi Livorno. Contemporaneamente aveva militato anche nelle prime squadre di Montecatini e Livorno, tra serie A2 e A1, per arrivare ad essere selezionato in Nazionale e viaggiare, appunto, verso Atene.

Il suo talent scout, che l’aveva fatto conoscere fuori porta, era stato l’astigiano Alessandro Bittner, suo allenatore di un tempo a livello giovanile.

Ogni tanto Luca Garri rientra ancora ad Asti dove vivono i suoi genitori: “Sono andato via a 15 anni, ma lì è rimasta la mia famiglia che vengo spesso a trovare, sopratuttto d’estate quando i campionati sono fermi”.

Immediatamente dopo quell’Olimpiade greca, Garri era approdato alla Lottomatica Roma di serie A1 per poi andare la stagione successiva a Biella, città in cui vive tuttora e dove ha conosciuto Elena che ha sposato nel 2009.

Successivamente ha giocato poi a Bologna, Caserta, Varese, Trento prima di andare, lo scorso anno, a Ferentino, in provincia di Frosisone, per il campionato di Legadue Gold, chiuso al decimo posto. E’ soltanto di ieri, giovedì, la notizia del nuovo trasferimento di Luca Garri. Giocherà infatti al Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, sempre in Legadue Gold, la seconda categoria nazionale.

Atene 2004 era stata importante per Asti, non solo per il risultato di Luca Garri, ma anche perchè era stata la prima in cui avevano partecipato due atleti astigiani. La marciatrice Rossella Giordano, nonostante alcuni problemi fisici, si era piazzata infatti undicesima nella 20Km di marcia.

Di quell’Olimpiade a Luca rimane un grande ricordo nella mente, ma anche un altro tangibile e di immenso valore sportivo, umano e culturale: “Dietro quella medaglia ci sono tanti ricordi. La tengo incorniciata nell’ingresso di casa a Biella, in una teca. All’inizio, quando passavo davanti, mi fermavo spesso ad ammirarla con incredulità ed emozione, poi pian piano ho realizzato”.

Alessandro Sacco