Basket Sba, Carlo di Gioia: “Son tornato per il progetto e la serietà”

23 settembre 2014 | 17:29
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Basket Sba, Carlo di Gioia: “Son tornato per il progetto e la serietà”

Di Gioia è stato il compagno di Luca Jacomuzzi nella fantastica cavalcata dell’allora Tubosider fino alla Serie B1 nazionale, quest’anno, oltre a proseguire la sua carriera da giocatore in serie C nazionale, è parte integrante dello staff tecnico della SBA, dove allena la squadra under 15 Elite e segue, come vice, l’under 17 Elite.

Quali sono le motivazioni che ti hanno riportato ad Asti?

Oramai Asti la considero la mia seconda casa, come si suol dire sono astigiano d’adozione. Qui ho avuto sia sportivamente che umanamente tante soddisfazioni: ho la fortuna di avere tanti amici e tante persone che mi vogliono bene. L’abbandono all’epoca dell’attività cestistica targata Tubosider ha lasciato un vuoto difficile da colmare: Jacomuzzi ha voluto dar seguito ai sogni dei ragazzi astigiani che praticano questo sport continuando quello che la vecchia Cierre aveva cominciato. L’amicizia che mi lega a Jaco e l’affetto che provo per questa città mi ha sempre portato a seguire i risultati della Sba. Un’estate ho partecipato anche allo Sba Camp. Penso che sia arrivato il momento che anche io faccia qualcosa per questa città e per questi ragazzi.

Perché ai scelto la SBA?

Beh facile dirlo: serietà e progetto, due parole che al giorno d’oggi nella pallacanestro italiana sono difficile da trovare. Ma oltre a questo ho potuto notare organizzazione, tanta passione, nei ragazzi, genitori, istruttori ,e una persona come Jacomuzzi che conosco da oramai 10 anni e con cui ho condiviso tante vittorie (due campionati vinti) e qualche sconfitta. Per me Jaco è sinonimo di garanzia.

Che cosa ti aspetti da questa esperienza?

La pallacanestro è la mia vita, vivo di emozioni. La Sba mi dà tutto questo: credo che non ci sia gioia più grande nel vedere un ragazzo crescere e maturare. Penso che sia il sogno di ogni istruttore: riconoscere nelle movenze cestistiche i mesi trascorsi in palestra a lavorare duramente, segno tangibile di aver donato qualcosa a questi ragazzi.

Basket e giovani? Avresti preferito allenare una squadra senior o ritieni di essere più portato per allenare i giovani?

Sinceramente non lo so, non ho pensato a questo, ero troppo contento per quello che mi stava accadendo. Credo di essere stato un ragazzo molto fortunato, e oggi ancora di più. Ho avuto sempre la fortuna di fare quello che mi piaceva, ciò che amavo, giocare a pallacanestro, anche se questo comportava tanti sacrifici. Negli anni ho avuto la possibilità di lavorare nei settori giovanili nelle società dove giocavo: ricordo che la mia prima esperienza con i giovani l’ho fatta a Nizza Monferrato, quando giocavo qui ad Asti. Poi anche progetti scuola, Torino, Gela, Trapani…insomma, sono stato sempre a contatto con i più giovani, ragazzi che sono capaci con un semplice sorriso di aprirti il cuore!

Red.

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