Una super Liliana Pagliero doma la 40a Pistoia-Abetone

30 giugno 2015 | 08:44
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Una super Liliana Pagliero doma la 40a Pistoia-Abetone

Domenica 28 giugno ha ottenuto un ottimo risultato alla 40a Pistoia-Abetone, gara di 50 km dal profilo altrimetrico da tagliare gambe e fiato anche solo a vederlo disegnato.

Circa 1000 i temerari che si sono messi alla prova, in una giornata anche molto calda, con un centinaio di donne. Liliana è stata super ed ha concluso al 14° posto assoluto in 5h24’51”.

Ma chi meglio di lei può rendere l’idea dell’impresa, caratterizzata anche da una lotta “interiore” contro il dolore. Abbiamo chiesto a Liliana di raccontarci la sua gara, le sue emozioni, le sue soddisfazioni.

“La gara è organizzata in modo eccellente – inizia come un fiume in piena la ultramaratoneta astigiana – dall’accoglienza alla logistica: pasta party sia per cena, sia per pranzo; allestita una palestra dormitorio per chi volesse contenere le spese di trasferta; navetta per la partenza per chi ha scelto di soggiornare al’Abetone; navetta per il rientro per tutti; docce, massaggi, ecc. Non ci hanno fatto mancare nulla. Molti i controlli lungo il percorso, per cercare di scovare i soliti furbetti del taglio e/o dell’autostop, che purtroppo non mancano mai….”

In 50 km passano tante cose per la testa, ecco le sensazioni di Liliana, non a caso ribattezzata “Robocop” dagli amici podisti.

Era una gara che sapevo essere tosta, come dimostra l’altimetria, con salite che hanno una media del 6-7% con punte che superano in un tratto anche il 10%, abbinate a discese ammazza-gambe. Parto con prudenza, siamo in pianura per i primi km, per timore di scoppiare e inizialmente vengo superata dal mondo intero, ma pian piano recupero posizioni. La salita mi è sempre stata amica.

Dopo il primo traguardo de Le Piastre (14° km) inizia la prima discesa e lì accuso un problema al tibiale anteriore: il piede mi fa male ogni volta che tocca terra. Stringo i denti e quando ricomincia la salita va un po’ meglio. Altre posizioni guadagnate.

Traguardo intermendio di S. Marcello (30° km): son già 10 km che lotto col dolore, ma proseguo. Al 33° fine delle discese: ora c’è solo salita e so che in salita fa meno male. Una rampa segue l’altra: la stanchezza è tanta (fa anche molto molto caldo) e il dolore prosegue. Decido di camminare un poco per trovare sollievo, ma è peggio: sono costretta a correre, camminare fa malissimo.

Gioco forza, proseguo nella corsa, recupero posizioni; mi indicano la presenza di una donna a qualche centinaio di metri che posso andare a prendere: detto, fatto.

Alla fine taglio il traguardo felicissima di avercela fatta, maledicendo il mio tibiale (ora mi tocca camminare), mi ritrovo con la medaglia al collo e, sorpresa, 8a di categoria (in questo tipo di gara le seniores femminili vanno dai 18 ai 49 anni, e per me che ne ho 47 mi ritrovo verso l’estremità terminale…) su 80 della mia categoria, quasi tutte più giovani di me.

E’ un’ulteriore soddisfazione, anche perchè proprio non mi aspettavo un tale risultato. Inoltre scorrendo successivamente scopro di aver davvero gestito bene il tutto, perchè atlete che solitamente mi danno filo da torcere, quando proprio non mi battono senza tanti complimenti, sono rimaste alla mie spalle: soddisfazione doppia, sono stata proprio brava. Esperienza da ripetere, provando, perchè no, a migliorarmi!”.

Non resta dunque che aspettare la sua prossima avventura.

Claudia Solaro