Asti Calcio, va in archivio un 2015 da incubo e Piero Chiesa si scusa con la città

15 dicembre 2015 | 10:29
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Asti Calcio, va in archivio un 2015 da incubo e Piero Chiesa si scusa con la città

Non si può dire se si tratta del peggior periodo della sua ultraottantennale storia, ma sicuramente uno dei peggiori, anche se, va detto, ad una situazione societaria indecifrabile si sono contrapposti risultati sul campo che sono andati oltre alle migliori previsioni (salvezza conquistata con tranquillità nello scorso campionato di serie D e buona posizione in classifica alla fine dell’andata in Promozione).

Da domenica la società biancorossa ha un nuovo presidente, la signora Paolo Tona, e un nuovo organigramma (clicca qui per leggere l’articolo), persone che hanno dimostrato un grande attaccamento ai colori sociali e a cui va l’augurio di buon lavoro, consci delle enormi difficoltà che si troveranno di fronte.

Se le traversie della prima squadra sono ben note, quello che in pochi dicono, ma che è la cosa più grave in assoluto e la situazione del settore giovanile, per tanti anni il fiore all’occhiello del sodalizio astigiano, che ha visto già in estate il ritiro di ben tre formazioni dai campionati provinciali di competenza (le due squadre allievi e i giovanissimi B), nessuna qualificata ai regionali, quando in passato si è verificato più di una volta l’enplein con quattro squadre su quattro (oltre ad avere la Juniores al campionato nazionale come conseguenza del disputare il campionato di serie D con la prima squadra).

Dopo l’ennesima trattativa andata a vuoto, quella dell’imprenditore romano Nucilli arrivato ad Asti venerdì nel primo pomeriggio e ripartito alla sera con un nulla di fatto, Piero Chiesa, per 25 anni dirigente della società biancorossa insieme a Gianmaria Piacenza e Remo Turello ha sentito il bisogno di inviare una lettera di scuse alla città per aver sbagliato la scelta delle persone a cui hanno affidato l’Asti Calcio.

“… c’è stato un grande errore di valutazione e abbiamo passato la gestione con bilancio in attivo e con accordi di gestione pluriennali con il Comune a persone che ritenevamo al momento adeguate ma che si sono dimostrate totalmente incapaci a gestire sia l’aspetto amministrativo che quello sportivo e portando la Società a essere diventata lo zimbello dello sport Regionale e non solo del calcio e tutto questo senza neppure, posso garantirlo, un tornaconto economico.” si legge nella sua lettera dove spiega poi cosa li ha convinti alla cessione.

Abbiamo in quella occasione di certo non privilegiato l’interesse personale ma la speranza che, essendo personaggi astigiani quelli che si erano avvicinati a noi e che ci avevano dato (purtroppo solo verbali) garanzie di futuri investimenti sulla squadra, si sarebbe potuta dare una qualche continuità a quanto fatto fino a quel momento.”

Scuse che però non dovrebbero essere le uniche: “Ci siamo sbagliati e chiediamo scusa a tutti e sarebbe stato bello che Scusa lo chiedessero quelli che nelle gestioni di questi anni hanno davvero sbagliato prendendo in giro un po’ tutti con promesse che non sono mai riusciti a rispettare e cercando puerili scuse per coprire manifeste incapacità.”

Nella prima parte delle sua lettera Piero, che usa il plurale pur non avendo condiviso lettera con i compagni di avventura (Remo e Gian) credendo di rappresentare anche il loro pensiero, dopo aver aperto chiedendo scusa pubblicamente e prima di giustificare la scelta fatta in quel momento ripercorre brevemente quanto fatto da loro: “Ho letto in questi giorni che durante la nostra gestione “almeno” l’aspetto economico era sano, sbagliato, l’aspetto economico era la conseguenza di una gestione corretta, fatta da persone corrette, che avevano una sola parola e che rispettavano tutti dai tifosi ai tesserati, magari sbagliando ma di certo in buona fede e con la volontà di migliorare ogni giorno.”

Abbiamo visto in questi anni un lento e doloroso decadimento di tutto quello che si era faticosamente ricostruito da quel lontano 1988 , anno in cui avevamo ricevuto (pagando) una Società ridotta ai minimi termini come giocatori e struttura, senza un settore giovanile e senza un numero di giocatori minimo per affrontare un campionato ed eravamo a fine agosto. Con un grande lavoro e con grande umiltà abbiamo portato la Squadra fino alla serie D , che può sembrare un piccolo risultato ma da quella partenza credete che era stato fatto un lavoro immane con non sempre il supporto che magari ci si aspettava, abbiamo per anni amministrato un settore giovanile invidiato da tante altre squadre e di certo mai venuti meno agli impegni presi.”

In chiusura della sua lettera Piero Chiesa ribadisce “Ancora scuse a tutti e un sincero augurio, per quanto possibile, di un sereno Natale.”

l.b.