In una società sempre più attenta alla salute, le proposte che vengono dall’area sanitaria sono in crescita e spesso creano confusione e perplessità.
In tutto il mondo le terapie si stanno orientando verso un modello bio-psico-sociale: con questo termine si intende la considerazione non solo dell’aspetto biologico della patologia e il conseguente trattamento secondo criteri scientifici, ma anche la presa in esame dell’impatto psico-sociale che gli stati patologici creano sulla persona.
Diventa quindi rilevante far ritrovare da subito un po’ di fiducia nel movimento e nelle proprie possibilità restituendo quel minimo di funzionalità che riporti nuovamente verso l’autonomia, fattore molto importante per tutti noi.
Uno degli strumenti utilizzati nel mondo fisioterapico è l’acqua. Esistono molte proposte di utilizzo di questo ambiente. Proviamo a capirne qualcosa di più.
Si trovano testimonianze sull’utilizzo dell’acqua per ricercare stati di benessere fin dall’epoca storica degli Antichi Egizi. Nel tempo si sono sviluppate diverse “discipline” con obiettivi e scopi più svariati.
E’ doveroso un chiarimento per definire il campo d’azione. In acqua si distinguono le attività in sportive (natatorie e non) e in attività motorie: le prime prevedono una competizione sportiva, come il nuoto, le seconde non prevedono una competizione come obiettivo finale (alcuni esempi sono l’acquafitness, la pesca subacquea, lo snorkling etc.).
Nel gruppo delle attività motorie trova posto quella che viene chiamata idrochinesiterapia. Una parola composta a indicare quell’area del mondo riabilitativo che utilizza l’acqua come ambiente dove svolgere l’esercizio a scopo terapeutico. L’esercizio in acqua è impiegato per trattare una vasta gamma di condizioni patologiche, dalle malattie reumatiche, degenerative artrosiche ai postumi di eventi traumatici, alle patologie neurologiche.
Le proprietà fisiche dell’acqua permettono di avere un ambiente favorevole dove muoversi. La spinta di galleggiamento permette di lavorare a gravità ridotta, la pressione idrostatica favorisce il ritorno venoso, la temperatura dell’acqua (in una vasca riabilitativa deve essere attorno ai 32/33°) ha un effetto rilassante sugli spasmi muscolari e un effetto antalgico sul dolore.
Nel mondo scientifico sono in crescita gli studi che confermano il prezioso aiuto che l’ambiente acqua può dare in alcune malattie: non indispensabile, ma sicuramente determinante per un percorso di recupero più completo. Basti pensare all’utilità, in seguito a un trauma, di un recupero precoce dei gesti motori di base come il cammino. In acqua è possibile approcciare il movimento senza barriere e senza ostacoli.
Trovano un grande spazio patologie a carattere degenerativo come l’artrosi e la lombalgia. Nelle fasi più acute di queste patologie, ma anche in fasi ormai croniche il movimento in ambiente acquatico permette di ottenere grandi risultati, in primis sulla riduzione del dolore e successivamente su un miglioramento della funzione.
E’ importante sapere che tutti possono svolgere l’esercizio in acqua indipendentemente dalle proprie capacità natatorie: non serve saper nuotare. Fondamentale è avere come terapista una persona preparata che conosca il campo d’azione in modo da poter somministrare l’esercizio corretto e mettere il paziente nella condizione di poter svolgere la seduta in sicurezza e in tranquillità.
Hastafisio da più di 20 anni utilizza l’esercizio in acqua con grande successo e può vantare senza dubbio di avere una delle migliori vasche riabilitative in Italia.
Una doverosa e piacevole parentesi per sottolineare la “magia” dell’ambiente acquatico lo merita l’acquamotricità. Si tratta di quell’area delle attività motorie in acqua proposte ai più piccini. Il bimbo, anche molto piccolo, trova in questo ambiente conforto e piacere. A partire dai 3 mesi di età, è possibile far provare al proprio bimbo l’esperienza del movimento in acqua. Una meravigliosa esperienza motoria e sensoriale che tutti i bambini adorano. Anche in questo settore Hastafisio può vantare una magnifica esperienza. Dal 2000 ad oggi sono passati dalla sua vasca riabilitativa più di 5000 neonati.