Canelli e il caos dei Campionati Italiani: le riflessioni del giorno dopo
Com’è noto, si sono disputati ieri a Canelli i Campionati Italiani di corsa su strada sulla distanza dei 10 km. Nella giornata di ieri abbiamo fornito aggiornamenti dalla città spumantiera attenendoci alla cronaca degli eventi, dalla caduta di Pietro Riva, ai pezzi relativi ai vincitori dei titoli italiani. Non siamo scesi nel merito di ciò che è successo in una mattina che doveva essere una festa dello sport tra le nostre belle colline, nel mese di settembre, quando attraversare i vigneti patrimonio dell’Umanità riempe il cuore per la loro bellezza.
Ma tutto si è trasformato in un incubo, con un incalzarsi di situazioni imbarazzanti talmente surreali da non sembrare vere. Eppure lo sono state e a rimetterci è Canelli ed il mondo dell’atletica astigiana. Per non parlare poi della società organizzatrice, la Brancaleone Asti, a cui, da più parti, si addita l’incapacità di gestire un Campionato Italiano, organizzato come “la corsa di paese”, si sente dire da più parti.
Attenzione, però, è importante ricordare, sia agli addetti ai lavori, ma soprattutto ai non, una cosa: una manifestazione come i Campionati Italiani prevede una regia a più mani, dove ognuno ha il proprio ruolo e le proprie responsabilità.
Dopo un silenzio assordante sintomo di un innegabile imbarazzo e disorientamento, la Brancaleone oggi, su Facebook, ha scritto un post pubblico di scuse, a cui seguirà un comunicato stampa ufficiale.
“In merito agli eventi occorsi domenica 8 settembre in occasione dei campionati italiani di corsa su strada a Canelli (Asti), l’ASD Brancaleone Asti esprime il suo più profondo rammarico per i disagi che, nonostante gli sforzi profusi per la preparazione dell’evento, sono stati arrecati agli atleti. L’ASD Brancaleone Asti formula altresì i più fervidi auguri di pronta guarigione e rapida ripresa agonistica agli atleti Pietro Riva, Yassin Choury e Giovanni Barbieri, coinvolti in una caduta nelle fasi di partenza della gara.
Da ultimo, l’ASD Brancaleone Asti ringrazia le istituzioni locali, gli sponsor e soprattutto tutti i volontari, che hanno profuso il loro massimo impegno, con passione e dedizione, sia nella giornata di gara che nelle settimane precedenti. Un più dettagliato comunicato stampa con analisi delle cause dei disagi sarà diramato nei prossimi giorni.”
Ma ripercorriamo le tappe di una sciagurata mattinata, vissuta in prima persona da chi scrive. Si incomincia con il clamoroso errore durante la gara delle Allieve: sei i km che dovevano percorre. Dopo 16 minuti di gara, con l’avvicinarsi del passaggio sul traguardo, lo speaker annuncia la volata per la vittoria tra un gruppo di cinque atlete. La spunta Arianna Reinero, dell’Atletica Gaglianico, su Greta Settino ed Aurora Bado. Alle prime viene messa la medaglia al collo, quando i ciclisti che scortavano le atlete, urlano loro che dovevano ancora fare un giro. Le cinque riprendono, le carte vengono scompaginate: vince Aurora Bado, la Reinero, stanca dello sforzo precedente, arriva quinta. Fioccano i ricorsi e la classifica ufficiale tarda ad arrivare.
Anche la gara femminile assoluta ha problemi all’arrivo: le prime, tra cui la campionessa italiana Fatna Maraoui, non vengono fermate dopo il terzo passaggio e proseguono, facendo un giro in più. Non cambia il risultato, con il verdetto dell’ultimo passaggio, ma certo che nessuno le abbia fermate una volta tagliato il traguardo, lascia molto perplessi.
Nel mentre inizia il via vai di ambulanze, che avranno il loro da fare nel corso della mattinata, per il malessere di un’atleta.
Il caos più totale arriva con la gara degli Assoluti: 453 iscritti con personali che andavano dai 29 minuti a 50 minuti sui 10 km, con due sole persone alla camera di chiamata e molta difficoltà a gestire la massa di atleti e fare in modo che i top runner avessero adeguato spazio davanti. La strada dove era situata la partenza era troppo stretta per tutta questa folla: in queste gare, davanti abbiamo cavalli di razza che si giocano un titolo italiano, una prestazione per cui hanno lavorato da mesi e che può anche valere una maglia azzurra.
Alla prima partenza, che viene data dopo aver ammassato gli atleti dietro il gonfiabile, facendoli indietreggiare e stipandoli in maniera eccessiva in poco spazio, cadono Pietro Riva, che resta immobile a terra dopo essere stato travolto dalla massa, Yassin Choury, che correva quasi in casa, essendo lui di Asti, con problemi ad un polso, e Giovanni Barbieri, che ne esce con una spalla lussata e una lunga attesa dell’ambulanza impegnata nelle operazioni di soccorso a Riva, portato all’Ospedale di Asti per accertamenti.
La gara viene fermata, ma solo dopo il primo giro, dopo che gli atleti avevano già percorso 3 km e mezzo: c’è chi si chiede perché ci hanno messo così tanto a prendere una decisione prima di bloccare la gara. Possibile non esserci qualcuno sul percorso che potesse comunicarlo prima? Dopo un terzo di gara, la concentrazione e le energie spese, vedere tutto vanificato non ha fatto che aumentare la tensione. Tanti restituiscono il chip, pensando che la gara non si disputi, invece viene spostata dopo le 12, per ripartire alle 12.25. Alla fine arrivano al traguardo solo in 288, tra chi non è partito e chi si è ritirato per il caldo sopraggiunto.
E ci fermiamo qui, non aggiungiamo ulteriori dettagli perché il quadro è già inquietante così.
La Brancaleone stessa sta cercando di capire le responsabilità di un tale disastro, perché, se di mancanze od errori se ne possono accollare alla società organizzatrice, in un Campionato Italiano l’organizzatore si interfaccia anche con la Federazione e, sul campo, sono presenti i Giudici di Gara. Non sta a noi giudicare di chi siano le colpe, quello che ci sentiamo di dire è che la Brancaleone è diventata il capro espiatorio di un insieme di errori, sicuramente non tutti direttamente imputabili alla società.
Quello che è peggio, purtroppo, è che, indipendentemente dalle responsabilità, non si potrà rimediare ad una terribile mattinata: per tutti, come abbiamo sentito già ieri durante la manifestazione, e poi ribadito sui social da molta gente e da tanti media, la brutta figura l’ha fatta Canelli, l’ha fatta lo sport astigiano nel suo insieme, e l’eco di quanto è accaduto si sta irrimediabilmente spandendo in tutta Italia.